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Bianca Lain, Allieva del secondo anno,  studentessa del corso di laurea in Scienze della Mediazione Interlinguistica e Interculturale dell’Università degli Studi dell’Insubria

Sono Bianca: amo il giallo, il teatro, i funghi trifolati e forse,ancora più di tutte queste tre cose fuse insieme, amo far star bene le persone, e così è stato da sempre.
All’asilo adoravo aiutare gli insetti in difficoltà a ritrovare il loro gruppo.
Alle elementari intervenivo ogni volta che un mio compagno si faceva male, perdeva un dentino o anche il sangue dal naso.
Alle medie ho iniziato a chiedermi perché nessuno saluta mai i senzatetto (e mai ho smesso di chiedermelo) così iniziai a dare il buongiorno al signore che vedevo ogni mattina sulla strada per andare a scuola, non sarà stato un gran gesto ma almeno lui rimaneva contento.
Alle superiori nulla di sensazionale fino ai 18 anni, età in cui ho contattato una ONG e sono partita per la seconda città della Nigeria per popolazione: Ibadan, terra ricca di giacimenti petroliferi, fondata dal popolo Yoruba nel 1750. Sarò sincera, sono partita con l’idea di aiutare le persone, ma alla fine ho capito che sono stati loro ad aver aiutato me.
Non voglio essere ripetitiva e raccontarvi le solite cose che racconta chiunque sia stato in Africa a vivere questo tipo di esperienza, ma ci tengo a farvi presente che le persone che ho incontrato durante il mio percorso erano povere, vivevano in situazioni estremamente disumane ed erano anche spesso affette da malattie irreversibili, ma ciò nonostante ostentavano un’incredibile grinta, vitalità e intraprendenza.
L’esperienza è stato tanto bella quanto dura emotivamente, che non ha fatto altro che riconfermare la mia inarrestabile voglia di stare in mezzo alle persone per capire i loro bisogni e le loro necessità, motivo per cui tra poco inizio un progetto di servizio civile nell’ambito dell’accoglienza, e soprattutto motivo che mi ha spinta a lasciare un lavoro full-time per studiare alla facoltà di mediazione interlinguistica e interculturale.

“Se hai del cibo nel frigorifero, vestiti addosso, un tetto sopra la tua testa e un posto dove dormire, sei più ricco del 75% del mondo.
Se hai soldi in banca, nel portafoglio e qualche spicciolo, sei tra l’8% delle persone più ricche al mondo.
Se ti sei svegliato questa mattina più in salute che in malattia, sei più fortunato del milione di persone che non sopravviverà questa settimana.
Se non hai mai dovuto affrontare il rischio di una battaglia, l’agonia dell’ imprigionamento e gli orribili morsi della fame, sei più fort
unato delle 500 milioni di persone in vita sofferenti.
Se solo puoi leggere questo messaggio sei più fortunato dei 3 miliardi di persone che non potranno mai leggerlo.”

Hasta la vista,
Bianca.