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Martin Metzger, Allievo del primo anno, studente del corso di laurea in Fisica dell’Università degli Studi dell’Insubria

Piacere! Sono Martin, una mente scientifica e una grande passione per la fisica e la montagna. Dopo aver fatto la quarta liceo in India, ho la ferma convinzione che il modo con cui si guarda la realtà sia uno dei fattori principali che costituiscono la propria personalità.

Anche per questo ho scelto di studiare fisica: una scienza che ha un preciso modo di guardare la realtà, ovvero cercando il senso più profondo di ogni evento naturale, anche semplicemente di una sfera che rotola su un piano inclinato. Questa voglia di ricerca mi ha anche spinto a cercare modi diversi per sondare il mondo attorno a me ed essere aperto alle esperienze che mi venivano offerte.
Per me la crescita è come una scala a pioli dove ogni esperienza mi permette di fare un gradino o più. Questa convinzione mi ha spinto a cogliere differenti opportunità: corsi di degustazione birre, sci alpinismo, arrampicata, manifestazioni, workshop.
Ho abbracciato quasi istintivamente l’idea di Scuola di Como: più una persona è poliedrica più riuscirà ad esprimersi in modo completo nel mondo odierno.
Che quelle rocce innalzatisi in forma di mirabile architettura, quei canaloni ghiacciati salenti incontro al cielo, quel cielo ora azzurro profondo dove lanima sembra dissolversi e fondersi con linfinito, ora solcato da nuvole tempestose che pesano sullo spirito come una cappa di piombo, sempre lo stesso ma mutevolmente vario, suscitano in noi delle sensazioni che non si dimenticano più.” Con queste parole Walter Bonatti, famoso alpinista lombardo, descrive uno dei doni che la montagna offre a chi sceglie di frequentarla e che di lei si innamora.
Sin da piccolo ho avuto la fortuna di percorrere sentieri di montagna con la mia famiglia e ora continuo a coltivare questa mia passione in autonomia o con amici. La montagna mi ha regalato molti insegnamenti. Per esempio il fatto che l’aiuto reciproco è essenziale perché la montagna mette di fronte a difficoltà che è meglio affrontare in due; non c’è spazio per l’egoismo in un terreno impervio lontano dalle comodità cittadine. Così come non c’è spazio per oggetti e pensieri che ci ingombrano lo zaino e la mente inutilmente. Ho imparato l’essenzialità, il rinunciare al superfluo per potermi godere e concentrare su quello che conta. Cercando di portare questa attitudine nella mia vita quotidiana mi sono naturalmente contrapposto all’imperativo odierno del possedere e comprare evitando di portarmi in casa di più di quello che necessito.
Per presentarmi completamente forse non basterebbe un libro, le persone non si descrivono, si incontrano per conoscerle veramente. Spero di essere riuscito a raccontarvi qualcosa di me.