“La sua chitarra non suona forte, ma lontano” disse il grande Igor Stravinskij del leggendario Andrés Segovia. Ed è stato proprio quest’ultimo, con le sue straordinarie interpretazioni, a farmi scoprire, a otto anni, la magia della chitarra classica, strumento che, ormai leale compagno di vita, suono ancora con passione dopo aver completato gli studi al Conservatorio. Segovia mi ha insegnato, negli anni, ad amare la bellezza che si cela in tutto ciò che ci circonda, anche negli angoli più scuri o misteriosi, come avviene per il suono della chitarra, apparentemente lieve, ma in grado di schiudersi in un turbine di colori e di mostrare agli altri la profonda intimità dell’interprete.
Proprio in tale momento, quello dell’interpretazione di un brano (un vero e proprio groviglio di note, in tutto assimilabile a un problema da comprendere e scomporre!), la mia musica si avvicina e quasi coopera con la disciplina che sto studiando all’Università, l’informatica; così come, pizzicando le corde, si creano immagini che emozionano e, quindi, beneficano spiritualmente gli ascoltatori, allo stesso modo il programmatore offre la propria creatività agli altri, e, ideando algoritmi e progettando strumenti che risolvono problemi, dà a suo modo il proprio contributo al nostro percorso verso la felicità.
Scuola di Como ha accolto questa mia vocazione altruistica, e, come un laboratorio di ricerca, ricco di “rivelatori”, che mi hanno mostrato le grandi qualità delle persone che incontravo, e di “sostanze” estremamente rare, cioè quegli insegnamenti trasversali che mi sono stati offerti nel corso dell’anno, mi ha consentito di realizzare un mio sogno; creare dal nulla, con i miei compagni, una squadra coesa e determinata a collaborare, per crescere e far crescere, con sé, la comunità.