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Gaia Pozzoli, Allieva del terzo anno, studentessa del corso di laurea in Fisica dell’Università degli Studi dell’Insubria

Laplaciano: questa parola descrive, se non proprio me stessa, gran parte della mia vita (il che, in fin dei conti, è più o meno la stessa cosabasta effettuare una trasformata di Fourier!).

La domanda è: con quale grado di approssimazione possiamo asserire ciò? Partiamo dalle origini, considerando lo sviluppo in serie di Taylor centrato nel punto Gaia Pozzoli della funzione vita.
Arrestandosi
all’ordine 0, nessuno può sollevare obiezioni: il laplaciano regna sovrano. Al primo ordine subentra la massiccia interferenza delle orecchie di Yuma, la mia amica a quattro zampe, un cocker fulvo di sei anni (vi sfido a tenere a bada i nodi in presenza di un Dumbo peloso!).

Al secondo ordine non si può trascurare l’invadente presenza di piante sul balcone di casa: l’avanzata della giungla potrebbe portare, in tempi brevi, all’espugnazione del mio letto.

Agli ordini successivi fanno sentire la propria esistenza la collezione di francobolli, quella di monete e “qualche” libro per le letture serali di svago: Borges, Guareschi, Achille Campanile, Asimov, Adams, Charles Schulz e tanti altri (prima o poi il peso della cultura sfonderà la libreria, me lo sento!).

La mia convinzione più radicata? Credo che la gente non rispetti a sufficienza la legge di gravità. (Ultima precisazione probabilmente superflua: tre anni fa ho avuto la balzana idea di iscrivermi al corso di laurea triennale in fisica!)