Mercoledì 11 giugno.
Ore 21.
Salone dell’Organo del Conservatorio.
Serata estiva in cui il calore della giornata pervade la sala e rimane sulla pelle.
Tanti spettatori che attendono.
Dal backstage giungono rumori sommessi degli attori che si preparano.
Entra il Maestro, Christian Poggioni. Si inizia.
È la serata finale del corso di teatro degli Allievi della Scuola di Como.
Il Maestro ripercorre i mesi che hanno portato a questa serata: non un vero spettacolo ma una lezione aperta, che racconta il percorso degli Allievi, partendo dalle motivazioni che hanno portato la Scuola a “costringerli” a seguire un corso di teatro. Talenti che devono mettersi in gioco, imparare a lavorare insieme, ad ascoltare e ad ascoltarsi, a fidarsi e a crescere insieme. Talenti che devono diventare un gruppo: mettere la propria energia al servizio di tutti perché la forza del gruppo è quella che rende vincenti.
Il corpo, il movimento, il muoversi insieme senza comunicare se non tramite il corpo, le maschere che coprono i visi: è il corpo che comunica agli spettatori e ai compagni assieme agli occhi, unico elemento visibile del viso. Poi sarà la voce. E infine arriveranno le parole.
In sala il silenzio rotto solo dai clic delle macchine fotografiche nel tentativo di immortalare momenti che in realtà vanno oltre qualsiasi immagine. Le maschere che si tolgono e ogni Allievo diventa sè stesso, ma un sè stesso nuovo che racconta un sogno, un mondo, un futuro ma anche un passato, un sentire.
Ulisse e il XXVI Canto dell’Inferno di Dante. Raccontato e poi recitato in coro, con vigore, con passione. E poi vissuto, in un ultimo sforzo, trascinando gli spettatori attraverso il mare, senza paura perché fatti non foste a viver come bruti ma per seguire virtute e canoscenza. E infine le acque si richiudono.
E scoppiano gli applausi scroscianti …..
Da parte di tutti gli organizzatori della Scuola, un enorme BRAVI agli Allievi che hanno compreso appieno lo scopo di questo percorso e hanno dimostrato non solo di essere talenti ma di saper guardare oltre, mettendosi in gioco a 360 gradi.
E un enorme GRAZIE a Christian, per aver permesso a questi ragazzi di salire sulle spalle dei giganti e di guardare lontano sull’orizzonte. E per averci aiutato a gettare il primo seme di questo sogno!