Come architetto membro del Comitato ho portato in questi tre anni gli studenti della Scuola di Como a conoscere la storia degli spazi dove loro studiano in modo da comprendere il genius loci della loro istituzione.
Hanno quindi compreso il primo anno che il cortile dell’Insubria è stato un chiostro benedettino, quindi agostiniano e poi un seminario vescovile e ne hanno percepito il fascino.
Hanno in seguito capito che il Conservatorio è l’antico ospedale Sant’Anna sorto nel rinascimento e hanno percepito come la musica ha sostituito la sofferenza nobilitandola.
In seguito hanno visitato la manica lunga di Sant’Abbondio, antico rustico delle agostiniane, dove sono stati ricavati gli uffici dei docenti e la sala studio degli studenti ed hanno capito che dove possono rimanere a studiare liberamente vi è un pozzo romano riusato nei secoli ed un sarcofago romano che nel ‘600 è stato usato come tino per il vino passando così da luogo di morte a spazio di vita.
Infine hanno visitato con me il campus di via Valleggio apprezzando le architetture moderne in cui si tengono le lezioni ed in cui vi sono i laboratori passando da quelle razionaliste, a quelle brutaliste, a quelle post antiche ed a quella decostruttivista della nuova palazzina del corso di laurea in chimica dell’Università degli Studi dell’Insubria.
Restano da vedere gli spazi molto interessanti dell’Accademia Galli-IED che sono attualmente in restauro.
Il prendere coscienza del genius loci li ha fatti crescere nella loro formazione di “menti pensanti”.