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Virginia Arnaboldi, Allieva del primo anno, studentessa del corso di laurea di Design del Politecnico di Milano

Essendo nata in una famiglia interamente dedita a studi scientifici, sono cresciuta con l’idea che queste discipline fossero superiori. Purtroppo, sono naturalmente portata per tutto ciò che è umanistico. Nonostante si possa pensare che sia fortunata nel poter trasformare il disegno e l’ideazione creativa (in genere unicamente una passione) in un lavoro, io stessa ho sempre visto gli studi artistici come un passatempo, qualcosa per cui ero portata e che sarebbe stato un peccato non seguire, ma che non avrebbe mai potuto portarmi lontano. Inoltre, data la mia impostazione piuttosto rigorosa e “geometrica”, mi sono sempre sentita inadatta all’abbandonarsi a follie creative. Ma con la fine del liceo ho dovuto compiere una scelta: perché non fare ciò per cui siamo portati, qualunque cosa essa sia?

SHo perciò maturato una convinzione: che non solo esistono diversi tipi di intelligenze e attitudini, ma che esse sono ugualmente valide e importanti. Ma soprattutto mi sento di condividere l’idea, che penso sostenga “Scuola di Como”, e cioè che più attitudini sono meglio di una sola: meglio si può affrontare il mondo che ci circonda, i problemi e le difficoltà che si possono incontrare durante il percorso. Ho deciso perciò di rendere le profonde contraddizioni del mio carattere un nuovo punto di forza. Caratteristica fondamentale della mia intera personalità: dalla grande confusione e dalle grandi incertezze che mi hanno portato a provare una prima facoltà, proprio qui a Como (di Fashion and Textile Design, all’Accademia Aldo Galli), per poi spostarmi con decisione alla facoltà di Design del Politecnico di Milano, alla mia, credo e reputo, grande forza di volontà proprio nella capacità di adattamento e cambiamento profondo. E, nonostante sia ancora oggi spaventata circa l’anno che mi aspetta, sono fiduciosa di poter trovare il mio posto nel mondo. Perché di questo si tratta, a parer mio, non unicamente di una posizione lavorativa soddisfacente. Potendo ampliare il mio bagaglio di conoscenze, continuando a progettare e, nel tempo libero, a leggere con grande passione Fromm e i grandi classici di J. Austen, delle sorelle Bronte, di F.S.Fitzgerald, O. Wilde e R.L.Stevenson. Ma soprattutto a rielaborare sulla carta tutti i miei pensieri.

Spero che queste righe possano aiutare tutti quegli studenti e quei ragazzi che, come me, non hanno un’idea chiara di chi vogliono diventare e cosa vogliono essere. Penso che la nostra strada possa essere “scritta” da ognuno di noi. L’importante è impegnarsi per stendere qualche riga ogni giorno. E costruire se stessi, prima del proprio obbiettivo professionale.