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Matteo Beshara, Allievo del primo anno, studente del corso di laurea in Matematica dell’Università degli Studi dell’Insubria

Ciao a tutti, sono Matteo!

Trovo piuttosto difficile descrivermi in modo dettagliato ma proverò a essere breve e chiaro per evitare di annoiarvi! Mi reputo una persona piuttosto simpatica, solare e sempre alla ricerca di qualcosa da fare. Forse è questo il vero motivo che mi ha spinto a prendere due decisioni molto importanti nella mia vita nel giro di pochi istanti: iscrivermi all’Università degli Studi dell’Insubria al corso di laurea di Matematica e a Scuola di Como, che è la scuola di merito pronta ad accogliere gli studenti più virtuosi delle università di Como.

Ogni tanto mi viene detto dagli amici che sono stato un folle a intraprendere una carriera di questo tipo, ma, anche se è passato “solo” un anno, vi assicuro che tornerei indietro altre mille volte e rifarei queste scelte: perché?

Perché ho scoperto che la matematica è ciò che più amo in assoluto, semplice, che non vuol dire facile, lineare, per nulla inventata, molto radicata alla logica degli avvenimenti e dell’essere umano, essa infatti si basa solo ed esclusivamente su questa, non è frutto di fantasie strane, bensì del ragionamento, del raziocinio come dicevo poc’anzi e dell’innamoramento che può provare uno studioso, o meglio, un ricercatore che concretamente fa di essa la sua vita e il suo mezzo di sostentamento.

Cosa c’entra la Scuola di Como in tutto questo? Non è assolutamente possibile negare che il corso universitario che seguo sia piuttosto duro e che richieda quindi molto tempo e molta dedizione, tuttavia a volte si comporta un po’ da egoista perché non permette di approfondire gli altri interessi che si possono avere: qui entra in gioco la Scuola che permette la comunicazione a studenti di ogni corso di studio; ma non una comunicazione superficiale, bensì una comunicazione piuttosto profonda che nasce sin dal primo momento in cui noi alunni del primo anno ci siamo incontrati: la prima cosa che ci è stata chiesta era di fidarci l’uno dell’altro. Di un estraneo? Come posso fidarmi di un estraneo? E invece no, è andata proprio così.

Concludendo l’ultimo segreto che vorrei svelarvi è questo: non fatevi spaventare da ciò che è nuovo, seguite il vostro istinto: Fate come gli alberi: cambiate le foglie, ma conservate le radici. Quindi, cambiate le vostre idee ma conservate i vostri principi”